| La stazione Draenis01 distava poche centinaia di metri ormai.
Nonostante la fitta vegetazione sembrasse volere a tutti i costi intralciare la marcia della squadra di fucilieri del sergente Viola Damrik, i suoi soldati si facevano strada attraverso le enormi foglie spinose di Pungolatrice con il suo coltello da combattimento.
La giungla di Azuran è sempre stato un inferno e un ottimo deterrente per chiunque, umano o alieno.
L'alta percentuale di piante mortali e l'eccessiva temperatura soffocante aveva sempre scoraggiato scontri a fuoco di vasti plotoni.
Il generale Marcus, rappresentante e reggente politico del dominio Terrax del settore, aveva sempre preferito evitare, saggiamente, di mandare grossi plotoni in avanscoperta nel folto della giungla.
L'ultimo plotone che si era addentrato in quell'intricata griglia di morte e rami malevoli durante l'operazione "Rastrellamento" non era più tornato e, data la scarsità di uomini dovuta all'enorme numero di dispersi, il quartier generale aveva optato per metodi d'approccio più cauti.
Damrik e i suoi uomini erano stati incaricati la mattina stessa di raggiungere l'avamposto Draenis01 e indagare sulle origini della cessazione dei contatti satellitari.
L'avamposto era un importante centro di recupero del Gondurum, un minerale tipico del pianeta, apprezzato in ogni angolo del sistema per le proprie particolari caratteristiche chimice.
In confronto alle miniere e ai giacimenti di altri materiali su Cadrenis e su Terra, questo avamposto non era altro che un piccolo agglomerato di industrie e ciminiere.
Nonostante ciò il quartier generale non poteva di certo lasciar perdere e ignorare l'assenza di segnale. Questa interruzione delle comunicazioni poteva significare qualsiasi cosa o essere causata da qualunque evenienza.
Gli ordini erano chiari e precisi.
Entro lo zenit del sole giallo di Azuran avrebbero dovuto raggiungere il punto di controllo prefissato e verificare la situazione.
"Questa maledetta giungla non ha mai fine! Sono ore che camminiamo, sergente! Sto cominciando ad annoiarmi. Queste stramaledette piante!" Garam seguiva con passi pesanti il sentiero ritagliato da Damrik mentre puntava nervosamente il proprio Concussor nel folto della vegetazione.
"Niente che un brutto ceffo come te non possa affrontare!" Il sorriso del sergente mise a tacere le lamentele dello specialista armi pesanti. In tutti quegli anni di servizio Viola oramai si era abituata al caratteraccio dell'anziano caporale.
Il viso sfregiato di Garam suggeriva teatri di guerra impressionanti e lei lo aveva sempre tenuto a mente, rispettandolo, nonostante la propria posizione di leader e ascoltandone i suggerimenti.
"Ecco! Ci siamo..."
Viola emise il segnale luminoso nei caschi di battaglia della squadra che significava il passaggio dalla modalità in allerta alla modalità di combattimento arancione.
I terrax al suo comando, vedendo illuminarsi la propria interfaccia ottica si affrettarono a disporsi secondo le posizioni designate dal sistema di formazione.
La tecnologia terrax era talmente sviluppata che ogni soldato riceveva immediatamente gli ordini del proprio ufficiale mediante segnali ottici e luminosi che comparivano all'interno della visiera del casco.
"Squadra di ricognizione Viola, procediamo verso la destinazione" sussurrò il sergente brandendo il proprio fucile Gauss e strisciando lentamente attraverso il fogliame.
La giungla si stava diradando e lasciava spazio a lastre di metallo che andavano a comporre una semplice pavimentazione funzionale a quadrati. Erano giunti all'ingresso della stazione.
Le porte d'ingresso squarciate del recinto di mura protettive non suggerivano nulla di buono.
Ovunque si potevano notare fori di proiettile e segni di esplosione, ma nemmeno l'ombra di un soldato terrax.
"Qui squadra Viola, la situazione è... strana. Ci sono evidenti segni di scontri ma non riusciamo a identificare feriti o superstiti. Avanziamo."
La squadra uscì rapidamente dalle fronde e si diresse in formazione allargata verso il portone d'ingresso.
"Qui c'è qualcosa che non quadra..." Garam alzò sospettoso il proprio Concussor osservandosi attorno scrupolosamente.
"Lo so, ma non possiamo rimanere qui a perdere tempo, dobbiamo avanzare. Dirigiamoci all'ingres..."
Uno scoppio d'energia fuoriuscì dalle fronde alla loro sinistra.
Un Fascio di luce verde sfrigolò passando a fianco del sergente e trapassò di netto l'armatura di un soldato alle sue spalle.
Il Sergente lanciò l'ordine attraverso il casco di "cercare riparo e rispondere al fuoco" e si voltò verso il soldato colpito. Harke era stato colpito sotto l'ascella ma sembrava si stesse ancora muovendo.
Viola si nascose gettandosi dietro un container alla sua destra e diede immediatamente ordine al medico di attivare gli stimolatori sensoriali della tuta di Harke.
Un nugolo di colpi uscì dalla vegetazione sfiorando altri soldati. Uno di loro, colpito alla spalla, fortunatamente deviò la scarica energetica sul suo spallaccio protettivo di solida Keronite ma venne quasi gettato a terra dall'urto.
Nel frattempo, gli stimolatori sensoriali della tuta di Harke emisero il tipico segnale di attivazione.
Harke si rialzò urlando, colto da una scarica di droparenatina potentissima, e si apprestò a ruzzolare, ancora sanguinante, dietro ad una roccia.
Il resto della squadra stava disperatamente cercando copertura, alcuni di essi si rigettarono indietro nella boscaglia, altri vennero colpiti di striscio e caddero al suolo cercando riparo tra casse e container.
"Queste sono carabine fasiche!" Urlò Garam.
"Torek!"Viola fece appena in tempo a capire la situazione.
Un branco di mastodontici mostri di muscoli e corna ricoperti di un'armatura a macrofibre e spesse piastre cornute stavano calpestando il terreno con i loro metallici zoccoli caricando a testa bassa e scagliando un'ininterrotta scarica di energia verde sulle coperture.
Qualche soldato terrax provò ad esporsi per rispondere al fuoco ma fu atterrato istantaneamente dal denso fiume di energia fasica che si stava infrangendo contro le loro posizioni e i pochi colpi che riuscirono a colpire il bersaglio rimbalzarono contro la spessa armatura.
L'avanzata inesorabile divenne una rumorosa corsa e il terribile boato del fuoco di soppressione lasciò spazio a una serie di ruggiti grutturali e tribali canti di guerra.
Viola diede l'ordine di "fuoco a volontà" e Garam si espose da dietro la propria copertura per far fuoco con il proprio pesante concussor.
I proiettili solidi ad alta penetrazione del fucile anticarro gettarono letteralmente all'indietro due Torek ma la terribile avanzata calpestava sonoramente ogni speranza di poter respingere un'imboscata così ben orchestrata.
Viola si rese conto che questa poteva essere l'ultima volta.
Afferrò la propria spada e uscì dalla copertura alzandosi in piedi.
Appena si voltò vide un' enorme figura di un torek con delle sinistre corna runate che alzava con entrambe le mani ciò che sembrava un gigantesco martello rovinato, pronto per calarlo su di lei con brutale ferocia.
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